Agenda dei poeti 2004

19 dicembre 2004

EREMITA

Vagar cantando il proprio
incomprensibile dolore
di una persona incredula
ahimé, è la fine per una vita martoriata
e deviata dalla propria natura
così fremente di idee a cui
in questo mondo non c'è risposta alcuna.
Vagar in incognito
perché increduli nel mondo
della propria sanità morale
e chi potrà ricompensare
questa incredulità accompagnata
da tanta sofferenza?
Un pianto immane si sente
da lontano che urla dicendo:
vai per la tua strada
e non girarti più.
Un giorno forse quando andrai via
da questa terra, tutti comprenderanno:
è il destino così infame che perversa
senza sosta e che ti dice
"poni fine alla tua vita".
Una immensa luce accoglierà
a braccia aperte e troverà e proverà
gioia, perché finalmente
è compresa nella sua assolutezza.
Gli uomini solo allora diranno:
"perché non prima abbiamo
dato ascolto a questo dolore?"
Si batteranno il petto e diranno:
"ahimé non c'è più e cosa faremo?"
Ripenseranno a quell'urlo e diranno:
"perché solo adesso ci manca?"
Non c'è risposta alcuna.

Maria Elisabetta Manetto - Milano