Agenda dei poeti 2018

11 settembre 2018

CREDO QUIA ABSURDUM

Pallide ore sbriciolate in secondi,
come grani di un rosario stretto
tra i polpastrelli delle dita stanche,
allo scorrere di un fisso mistero,
che avvinto ad un credo traballante,
s'inabissa sempre più nei fondali
di un devoto ego paralizzato
dal fumo degli irridenti valori.
Scheggiata la propria fede
dall'illusoria immortalità
e dall'orgoglio che sale la china
nell'ombra rivelatrice del fatuo,
si culla incurante, schiavo,
tra l'indifferenza di falsi piaceri
e si copre davanti alle vergogne
il viso ormai segnato dal peccato.

II

Non socchiude più le palpebre
per una preghiera fuori moda,
che sfugge ad un Dio senza volto,
già gettato nel dimenticatoio.
Smarrito nel caos della perdizione,
sorpreso dall'ingannevole idea
di un gioco che inchioda la vita
ad una finta croce di spine,
s'avvia  verso quell'altare,
senza riconoscere la sua salvezza,
senza trovare il sospirato paradiso
in una religione che più non consola.

III

Deluso, cerca insistentemente
una ragione per credere all'assurdo
nella veglia di una calma apparente
al congiungere del timor dell'Ignoto.
E quel bisogno di trovar la Verità,
impazientemente ticchetta nelle ore
in cui crede di vivere un sogno
dando nitore alle apparenti sembianze.
Allora, si desta in una tempesta interiore,
dove irrompe saettante il dubbio
e fragile lotta incessantemente
nell'errante vita di libero arbitrio.

IV

E cerca sprazzi d'innocenza
ancor preservati dentro sè,
per rubare quell'attimo al tempo
e fresche fonti di spensieratezza
di un equilibrio che si inarca
in ferventi passioni pulsanti
di disperate corse verso l'effimero
nell'ebbro di un pensiero confuso.
Trappola che sembra senza uscita
in una notte vigile sulla morte dell'anima,
che al mattino vede la resurrezione 
di una sfinge a risalir le sabbie mobili
in una rinascita che replica l'Assoluto
nell'onnipotenza che si domanda:
- Ma Dio dov'è?
Allorché, il nulla non consola
l'umana fede,
né l'assurdo credo.


Anna Cappella – Casapulla (CS)