Agenda dei poeti 2008

23 febbraio 2008

L EFFIMERO E L ETERNO

La vita ha il suo corso,
segnato dal destino,
consegue nel percorso:
lento, fatal declino&
Nessun lo può fermare,
niuno il può mutare!
Il sol ch in cielo appare
in alba di splendore,
all alma suol portare
gaiezza e nuovo ardore.
A nuoca speme invita
il sol ch è luce e vita.
Calando l aureo cocchio
l occaso tutto arrossa&
con l estasi per l occhio,
ogni letizia affossa.
L alma col ciel s adombra,
allor ch il raggio sgombra.
Il calo della sera,
ch ogni fulgor lenisce,
previen la notte nera,
ch il cuore rattristisce:
nel buio v è l arcano,
terrore d ogni umano&
Discese poi le tenebre,
gran pena reca al cuore:
quasi un rito funebre
al giorno che si muore.
La notte che s oscura,
offusca la natura.
Così la nostra vita,
ch in fra i travagli scorre,
vorremmo infinita
ed a piacer disporre;
ma, per fatal destino,
imposto n è il declino!

Il vigore che svanisce
ogni beltade infuga,
s incartapecorisce
il corpo che s arruga;
s annebbia pur la mente:
l acume fa latente!
L amor superficiale,
passione incostante,
è luce di cicale:
esiste un solo istante;
appaga sempre poco,
al pari d un bel gioco!
Invece l amor vero,
ch in cuore è fiorito,
afflato n è sincero&
è palpito infinito.
Non è nemmeno nato,
l amor chi ha ignorato!
Non regge al confronto
il sol col vero amore,
che non ha mai tramonto,
di cui non ha l ardore.
Il resto è sol passione,
fugace esaltazione!
L amor sol sopravvive
a la terena sorte:
varca l eterne riva,
travalica la morte&
Infino a Dio conduce,
in sempiterna luce!


Lorenzo Spoladore - Milano