Agenda dei poeti 2007

27 marzo 2007

FOGLIE

Non adoro, io bizzarra creatura,
l'estate falciatrice di ginepri,
e il soffocante verde tra le mura,
al farfugliante passo delle lepri.
Non amo in verità neppure i vepri
che cricchiolan nodosi alla caldura
fingenti di scheletro figura.
Neppur mi piace l'afa delle vigne,
e tutti quei tardissimi tramonti
che affastellan le lor tinte sanguigne
sopra l'infrangersi bruno dei monti:
nell'ozio della sera pure i ponti
ignoran lo strisciare delle pigne
oltre il ruscello di foglie ulivigne.
L'estate è disonesta haimè stagione,
per quanto fruscino i fiori rosati
e alle chiese si infiammi il rosone
al rimbalzare di raggi e di fiati.
Forse stonano i pescheti illibati
contro il Vero, che parmi ogni acquazzone
svelare all'improvviso come icone
d'una modesta abbagliante candela.
Così l'inverno più mi si confà,
liscio e pulito al pari di una mela,
che foglia spoglia mostrando essa va:
pare il ricordo dell'eternità.
Ma quando vedo un sorriso che si svela
sul bimbo intabarrato nella tela
da neonato, o della nonna ancora
felice, mi ricordo che son vivo,
che la mia bocca aspra e amara assapora
ancora ha senso l'acqua d'ogni rivo:
sia di fiorita valle sia di clivo;
del primo tempo che tutto colora;
dell'ultima comparsa della flora;
di ciascuna stagione in cui io vivo.


Filippo M. Amedeo Silva - Monza