Agenda dei poeti 2016

13 marzo 2016

LA BANCA DEI FAVORI

L’aria gravida d’umori,
il giorno declinante,
precipita l’astro offuscato
nella tenebra che l’attende.
La carogna,
di vermi brulicante,
abbandonata sta
nell’arida savana;
la iena, irsuto l’ispido pelame,
umida di bava colante,
cauta la preda fiuta,
poi… famelica addenta,
guatando il vicino branco,
bramoso di condividere
il succulento pasto.
Un ringhiare sommesso,
scena già vissuta,
carogne sbranate assieme,
da altri scovate;
ghignando si scosta,
solo un poco,
per carità,
e spazio lascia,
a ricambiare antichi favori.
Di lontano ulula lo sciacallo,
i denti scoperti,
i muscoli tesi,
pronto al balzo decisivo,
irritato, agitato,
d’essere così ignorato;
non le aveva forse soccorse,
cedendo, di malavoglia, è pur vero,
una marcia testa di bufalo?
Banchetto completato,
sazi i protagonisti,
dal sonno catturati,
giacciono intorno ai resti;
il ratto,
il pelo d’escrementi incrostato,
gli occhi rossastri,
già pregusta…
Un latrato terribile l’atterrisce,
lo sciacallo, destato, s’avventa,
lo scuote, agitando con forza la testa:
violenza, sangue,
breve la fine.

Ma come ha potuto?
Quando mai ha offerto?
Così piccolo e miserevole,
cosa avrebbe dato?
Stupido insetto!
L’alba irrora di luce,
tenui colori pastello
delicati sfiorano,
con dita gentili,
erbe rinsecchite
e defunti arbusti.
In alto volteggia,
lentamente,
a larghi cerchi,
l’adunco becco proteso
il nero avvoltoio:
il branco annuisce,
anch’esso ha diritto,
non si dimentica il passato,
il favore ricambiare si deve:
il cammino riprende,
rauco il richiamo dal cielo,
plana il rapace,
artigliato l’ultimo brandello,
cala il collo glabro
e soddisfatto gusta,
il meritato pasto.


Roberto Bramani Araldi - Milano