Agenda dei poeti 2014

9 marzo 2014

RADICI MONTANE

Vibra il mio esile corpo,
scompigliano la mente
l’emozioni procuratemi
dalle vicende umane,
il ricordo della breve vita
della nonna materna
rinvigorisce il mio cuore
con gioia eterna.
Le mie radici sono profonde
e salde nel terreno,
come i crotus dal tenero
colore sfumato
che sbocciano tra l’erba
dei prati montani,
quando la primavera
ricomincia il suo ciclo.
Anch’io osservo,
come faceva mia madre,
la vita delle persone
abitanti della montagna,
svolgono il duro lavoro
arrampicati su erti prati,
hanno forte il carattere
ma il corpo è sfruttato.
Testa coperta,
visi bruciati dal sole,
occhi socchiusi,
il respiro all’unisono
con lo sferzare di falce,
i ronzii d’insetti,
i fischi ed i battiti d’ali,
affrontano con fierezza
l’arduo loro destino.
Nell’ampia valle celata
da alti castagni,
sparute case incastonate
nella dura roccia,
buie e isolate baite
sono freschi rifugi
che conservano ricordi
della gente che fu.
Stretti e ripidi sentieri
salgono verso le cime,
si celano alla vista
sotto foglie e pezzi di rami
strappati da devastanti
temporali e tempeste,
resi sicuri dal transito
e cure dei bravi alpini.
Meli e ciliegi selvatici,
pianori e verdi prati
ricco nutrimento per ovini,
suini e bovini,
mentre sopra i folti rami
di noci e noccioli
si nutrono gli scoiattoli
dal pelo scuro.
Il mio sguardo è ampio,
il respiro è profondo,
intravvedo in lontananza
l’immobile lago,
cadono lentamente
le foglie sul terreno,
umide macchie di colore
giallo rossiccio.
Inizia l’autunno,
poi arriverà il gelido inverno,
tra le mura di una baita abbandonata,
una famiglia di ghiri
ha ritrovato il passaggio
di un sicuro rifugio
per il lungo letargo.
Schiudo lentamente la porta di legno,
odo rumore di zampette battenti su assi,
cuccioli di ghiri nascosti
tra le travi del tetto,
immobile ed allertata
s’intravede la madre.


Marisa Zappa - Brugherio (MB)