Agenda dei poeti 2010

5 aprile 2010

SCOLARO DI CAMPAGNA

Paffuto e rubicondo il viso
due occhi color vivo di castagna
senza grembiul sui banchi assiso
ecco lo scolaro di campagna.
Poco è il tempo che per lo studio spende
e con lo sguardo sommesso e pio
questo motto dalle sue labbra pende:
“Alla scuola ci pensi Dio,
alle pecore ci penso io”.
Studiar per lui è inegual fatica
e col pensier fuor dell’aula s’accompagna
la scuola ei dice, si, mi è amica
ma, sai, io son nato per la campagna!
Il viso suo scuro ed accigliato
uscito di scuola ritrova il sorriso
e corre come coniglietto sul prato
verso il suo mondo, il suo paradiso.
Un paradiso di miseria e d’ignoranza
ove l’analfabetismo incontrastato regna
e là, ogni dì, con sacrificio e costanza
felice all’usual lavor s’impegna.
Maldestra nello scriver la mano
intenta all’opra sua diviene esperta
ed abile nel guidar lontano
il numeroso gregge su per l’erta.
Così a sei anni lo vidi già pastore
paffuto e rubicondo il viso
dedito al gregge con amore
sulla vetta d’un gran sasso assiso.
Da quell’altura con abil maestria
sorveglia il gregge intento a pascolare
nei suoi fischi c’è tanta poesia
questa è la vita che gli piace fare.
Se poi la scuola di montagna
si offre al suo sguardo da lontano
ei non soffre, è felice qui in campagna
pur se scriver non sa la sua mano.


Giuseppe Li Voti – Capri Leone (ME)