Agenda dei poeti 2006

10 maggio 2006

L ALCOVA DI PIETRA

Quando cade una stella è segno
della fine d un amore e l inizio d un altro.
Nella scia luminosa
non resta traccia di rimpianto
perché la vita ha un solo itinerario.
L onda che percorre in fremito
gli abissi dei piaceri,
sa odore di salsedine in dune di carne
dove il sapore dolciastro
delle labbra arrossate
gementi come punte da spine di rose,
riscontra l avviluppo dei sensi
in simultaneo scroscio
d un tracanno sorsate baci
in eterne dimore.
Minuscoli gridi soffocati lungo il buio
degli abominevoli muri
si spengono all esito dei sospiri.
Braccia tese all infinito come ad un richiamo
d una forza straniera che t aiuti a dissolvere.
Filiforme struttura del corpo;
pelle divelta da uragano,
tempesta di peccati, peccati di giovinezza.
Il sangue attorciglia il cervello
in nebuloso spazio senza forme
dove la morte non c entra.
Sguardi semispenti in un tangere il discorso
dei palpiti nelle vene rigonfie
che incidono sulle tempie
lo spremere della gioia folle;
l enfatico gioco infantilesco,
l occulto del suono in strascicate note
d uno strumento d amore.
Oltre le siepi,
dove erge insolubile l alcova di pietra,
un lume dietro la veranda, filtrerà sempre
a vegliare i ricordi in rimasuglio
d intorpiditi silenzi,
quelle demoniache poche ore.

Giuseppe Rossi - Milano